martedì 15 settembre 2015

Metodi montessoriani all'Esselunga

- Il 52 sono io. Mi fa per favore un etto e mezzo di crudo toscano.
- Le tolgo il grasso, signora?
- No no no no: con il grasso, altrimenti me lo schifano.
- Non si dice quella parola signora.
- Quale parola: grasso?
- No: schifano. Io, se avessi dei figli e mi dicessero che non mangiano una cosa senza averla assaggiata, al muro li attacco.
- Ma le mie lo mangiano, solo che senza grasso lo schifano, è secco e troppo salato. M'hanno detto mamma, se compri il toscano compralo con il grasso e io questo faccio, mi sembra ragionevole.
- Io, se i miei figli mi dicessero cosa devo comprare da mangiare, al muro li attacco. E tu?
- Io pure, ci dovrebbero solo provare. A letto senza cena li manderei.
Guardo i due addetti alla salumeria dell'Esselunga affettare risolutamente il cotto Ferrarini in offerta e la mortadella, discutendo di pedagogia montessoriana, unanimi sull'assoluta necessità della mano ferma in questioni alimentari infantili.
Mi pare ci sia anche un velo di sessismo, un giudizio latente riassumibile nel concetto "voi donne la date sempre vinta ai bambini".
Mentre mi porge i miei prosciutti affettati, tento una battuta, alla ricerca del compromesso:
- Eh, mio nonno diceva "quanti n'ho visti di 'sti cavalli corridori". Nel senso che anch'io dicevo così, prima di fare figli, ma ora che li ho preferisco dir loro qualche sì, così, per il gusto di pensare di avere potere decisionale.
- Polso fermo e decisionismo fascista. Non ci sono altre soluzioni.
- D'accordo. Però se continuate a togliere il grasso al prosciutto toscano, lo fate diventare secco diventa immangiabile, e io lo dico al direttore.
M'importa una sega, sarò pure una madre dal polso molle, ma detesto chi toglie il grasso dal prosciutto crudo.