La
prima cosa che vedo è una coppia di gigantesche ali grigie richiuse su se
stesse, in attesa. Il primo odore che m’arriva è quello del ferro incandescente
che scalda l’aria che respiro.
La
prima reazione che mi monta è un nodo alla gola, poi un moto di stizza perchè
questa mattina c’è una brutta luce e le foto non verranno, poi mi sale il
sorriso, poi mi viene da ridere forte. Dentro l’hangar le altre ali sono già
montate e colorate e quello che ho davanti è uno spettacolo magnifico. Le
macchine moventi del Carnevale sono in costruzione, ci quasi siamo, il primo
corso è vicino.
La
grande piazza della Cittadella è un laboratorio a cielo aperto, un’officina della
meraviglia fuori scala.
Uomini
e donne con scarpe rinforzate e tute da lavoro, un movimento continuo di ferri,
strutture, colossi e trattori. E tanta arte indaffarata a saldare, incollare,
montare e aerografare.
Gli
hangar sono aperti al pubblico, così passeggio tra le putrelle, osservo i giganti
e domando. Gli artisti sono gentili, mi permettono di fotografare i carri ma non
di farsi fotografare, non hanno voglia di apparire. Stanno lì con le mani nella
colla o sul saldatore, con la maschera sul viso a proteggersi dalle scintille.
Sono
timidi, ma orgogliosi del proprio lavoro: “fotografa pure ma senza entrare, è
pericoloso” e si scostano, mannaggia, proprio mentre scatto ché non vogliono
rovinarmi la foto, “non mi fotografa’ che son brutto”.
Guardano
i bozzetti appesi alle pareti e mi sembra incredibile che da un disegno così
piccino ne esca un’opera così grande, e sì che sono architetto, dovrei esserci
abituata.
Non
capiscono che sono loro, con le loro mani abili malgrado le dita ghiacciate, il
vero spettacolo di questa cittadella. Sono loro, i carristi, a dare la dimensione
a quello che sto vedendo e restituiscono la scala reale all’evento in
allestimento. Artisti, artigiani e operai, che creano la più grande macchina da
spettacolo di questa città. Il corso dei carri.
Se
veder sfilare i carri in passeggiata è uno spettacolo impressionante, vederli
costruire è la misura dell’abilità dell’uomo e guardare queste mani che
lavorano è scoprire quanta arte può vivere fra le dita.
le foto della Cittadella le trovate qui
le foto della Cittadella le trovate qui