sabato 21 settembre 2013

Matteo e la settimana della moda



Matteo ha lo sguardo rassegnato mentre passa tra i tavoli con il vassoio in mano, penso per il fatto che a centodiciotto passi dal bar dove lavora hanno eretto il tendone in fashion pvc di un qualche evento della settimana della moda. Quindi ogni volta che attraversa il marciapiede per portare le ordinazioni deve fare una pausa per far passare una Britney Spears che si tiene sul braccio lo strascico in poliestere per non sporcarlo, una Morticia Addams che carambola sul tacco 12 o un Fra’ Cionfoli in tenuta da marinaio coreano con i pantaloni acqua-in-casa.
Matteo lavora in  uno di quei bar di Corso Sempione dove se ordini “una Becks e un po’ di patatine”, dall’aggeggio che tiene alla cintura tipo ausiliario del traffico esce un biglietto che devi portare alla cassa quando vai a pagare, dove c’è scritto “una Becks e un po’ di patatine” e mi viene da chiedermi in che modo quantificheranno il “un po’” alla cassa.
Matteo si trova con il tendone in fashion pvc a centodiciotto passi, Morticia che carambola sul lastrico davanti al bar e un aggeggio alla cintura che stampa scritte tipo “un po’ di patatine”. Per forza ha lo sguardo rassegnato, mi viene da pensare, ma forse no. Magari è proprio la sua fisionomia.
In effetti quando arrivo al banco e faccio il mio ordine Matteo il rassegnato si illumina: “Davvero lo vuole corretto? è così raro qui servire un caffè corretto” e mi sembra un entusiasmo eccessivo e mal riposto, vista la ragione. Ma penso che non sia comunque entusiasmo da buttare via, giacché è riuscito a smuoverlo dalla sua rassegnazione.
Nell’entusiasmo mi prepara il caffè e mi fa scegliere il rum per la correzione, e parliamo delle nostre origini e di dove siamo e di dove finiremo, come in una sitcom che si rispetti.
“E poi oggi è caldo” dico, ché c’è afa e si suda, maledetta mezza stagione, e mentre finisco la frase entra una signora che indossa un piumino nero a tre quarti stretto in vita, e un cappello di lana a forma di cresta di gallo che le copre pure le orecchie. Chiede dov’è la toilette.
Matteo torna a farsi rassegnato, e la battuta sulla grolla dell’amicizia me la tengo per me, ché non voglio mica infierire.

4 commenti:

  1. Bello!
    Sei rimasta grande e brava anche emigrando dalla Versilia verso il nord.
    E poi son contento di ritrovarti in questo blog che è la tua vera casa.

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    1. sì, mi era mancata la mia casetta di fango,c he è così accogliente.
      grazie del commento, orso. t'aspetto per il caffè

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  2. Dopo 3 anni di vita con questo post di fine-estate si è spento anche questo blog :-(

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    1. porta pazienza amico Orso, ho una crisi di vocazione

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